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Moscarella e Calvio, senti chi parla....
Moscarella e Calvio: senti chi parla…
di Gianni Lannes
Almeno in Italia si sa: le menzogne hanno le gambe corte. Conta la memoria sociale e il rispetto della verità, non le manipolazioni di comodo, addirittura le baggianate prive di documentazione oggettiva propinate dal leguleio di turno. Temi del giorno sui quali indaga ora l’autorità giudiziaria, grazie ad alcune recenti denunce di un imprenditore: Pirp Reale Sito, piste ciclabili, Pist e quant’altro. In sostanza: terreni comunali elargiti ai soliti noti (Marseglia Antonio & figli) e milioni di denaro pubblico inghiottiti da un buco nero, a danno comunque dei silenti ortesi. Ecco i fatti nudi e crudi, concretizzati dai protagonisti, ossia dai politicanti locali da strapazzo, giunte e consigli comunali quasi al gran completo di ieri e di oggi. Allora diamo una lettura logica agli atti deliberativi sfornati da un sindaco (Msi, An, Pdl…) archiviato dall’elettorato, subito recepiti, anzi, avallati da una sindachessa (Pd) in poltrona da dieci mesi che non risponde alle istanze dirette della popolazione. Premessa: i debiti economici del comune di Orta Nova, certificati attualmente a livello ufficiale toccano i 14 milioni di euro. Chi mai avrà prodotto ed accumulato sulla pelle dell’ignara popolazione un simile passivo? Di certo, non Babbo natale o la Befana. La Calvio (o chi per lei) come pensa di risanare e i disastrati bilanci di impronta moscarelliana? L’ordinaria amministrazione e l’aumento delle tasse non sono la ricetta utile. Perché non aprire una vertenza legale con Bnl-Paribas sui derivati come altri comuni italiani che l’hanno spuntata ottenendo il maltolto? L’ultimo caso positivo è quello del comune di Ortona in provincia di Chieti. Buon letargo: presto o tardi, però, si pagherà il conto delle speculazioni bancarie.
Pirp e Pist - I due acronimi non sono una barzelletta corrente sul carabiniere Protopapa ben sedimentato in loco che, pure non vede, non sente e non parla quando a violare la legalità sono alcuni “dipendenti municipali” e non la semplice cittadinanza. A scanso di equivoci creati ad arte dai disinformatori eterodiretti, le piste ciclabili sono due. La prima era prevista all’interno del Pirp (2010), in relazione ad un onere inequivocabile in capo alla ditta individuale Marseglia Antonio, a compenso del diritto di superficie per 60 anni nonché dell’edificio commerciale (M2), meglio noto come Penny Market (Rewe); l’altra, più recente (2011) è indicata nel Pist, vale a dire un altro tipo di bando pubblico della regione Puglia. L’oggetto della Delibera di Giunta numero 91 in data 10 maggio 2011 (Moscarella, Tarantino, Di Conza, Petrocelli, Bombino) è il seguente: «Approvazione progetto per lavori di costruzione di una pista ciclabile prevista nell’ambito del Pirp denominato “Reale Sito”». Nel corpo dell’atto si legge: «Visto che la Regione Puglia con Delibera di G.R. N. 641/2009, ha ritenuto ammissibile il programma PIRP presentato da questo Comune dell’importo complessivo di euro 9.871.861,00 di cui euro 2.000.000,00 a carico della Regione Puglia (Fondi FESR e FAS), euro 1.419.000,00 quali fondi messi a disposizione da altri soggetti Pubblici (…) Visto che in data 29/01/2010 è stato sottoscritto, tra il Sindaco di Orta Nova e il Presidente della Regione Puglia, l’Accordo di Programma (…) Rilevato che, nel succitato accordo di Programma, sono previsti interventi pubblici da realizzarsi con fondi dei soggetti privati che si sono aggiudicati il confronto concorrenziale per la realizzazione di opere dal PIRP consistenti nella realizzazione di edilizia convenzionata ed edilizia commerciale, tra cui la pista ciclabile per l’importo di EURO 542.000,00; Vista la convenzione n. 2205 di rep. del 07/10/2010, sottoscritta tra questo Comune e l’impresa Marseglia Antonio, aggiudicataria del confronto concorrenziale di evidenza pubblica, di concessione del diritto di superficie di un suolo per la realizzazione di un manufatto destinato all’esercizio di una media struttura di vendita che aveva offerto, in sede del citato compenso convenzionale, il contributo aggiuntivo di euro 500.000,00 destinato alla realizzazione di opere pubbliche; Visto che occorre dare attuazione all’opera pubblica prevista dal PIRP - Pista Ciclabile - a carico della ditta Marseglia Antonio dell’importo di euro 542.000,00 (…) DELIBERA Di approvare il progetto esecutivo dei lavori di costruzione della Pista Ciclabile dell’importo complessivo di EURO 542.000,00 presentato dall’impresa Marseglia Antonio e redatto dall’ing. Marseglia Mariano. Di dare atto che della spesa complessiva di EURO 542.000,00,la somma di euro 500.000,00 sarà a totale carico dell’impresa Marseglia Antonio, mentre la somma di Euro 42.000,00 è fronteggiata con risorse dei privati versati nell’ambito del PIRP con imputazione della spesa al Cap. 10886 “Realizzazione opere pubbliche finalizzate al PIRP” del bilancio 2011». Strano: la concessione edilizia numero 61 rilasciata dal responsabile Utc, G.B. Vece al cugino Marseglia Antonio è datata 4 novembre 2010, mentre il progetto esecutivo della pista ciclabile - mai realizzata - è stato presentato soltanto il 28 aprile 2011 (protocollo numero 12252). Condizione ufficiale ineludibile, almeno sulla carta (straccia): «L’ultimazione dovrà essere effettuata entro i termini stabiliti dal Capitolato Speciale d’Appalto». Cosa accadde in municipio il 9 luglio 2010? Il beneficiato Marseglia Antonio chiede ed ottiene a suo esclusivo vantaggio la modifica in corsa della convenzione. Infatti è singolare la coincidenza di intenti privati e voleri moscarelliani, incastonati dalla delibera di giunta numero 97 del 9 luglio 2010 che recita: «Vista la nota prot. 16978 del 09/07/2010 con la quale il geom. Marseglia Antonio (…) chiede che lo stesso non dovrà prevedere l’atto formale da parte del Comune per il trasferimento del diritto di superficie». Nello stesso giorno, in mattinata Moscarella accontenta il Marseglia. In una baleno si riunisce la giunta che approva senza battere ciglio. Era un’operazione preorganizzata, dato il tempismo inaudito? Basta che la Guardia di Finanza dia un’occhiata ai protocolli municipali per scoprire il torbido affare a regia dell’affarista di Stornara. Chi ha stabilito l’aggiudicazione a Marseglia Antonio per la realizzazione della struttura commerciale? Semplice: negli atti istituzionali figura il cugino G.B. Vece, mediante determina numero 241/07, poiché «aveva offerto il contributo aggiuntivo di euro 500.000,00». Si trattava dell’unico onere e motivo di aggiudicazione della gara, annullato più recentemente, senza alcuna motivazione plausibile, su istanza dello stesso Marseglia Antonio alla sindachessa Maria Rosaria Calvio (nota del 24 novembre 2011). Infatti, la delibera di giunta numero 183, materializzata il 15 dicembre 2011 è intitolata “Modifica della Convenzione n. 2205 di rep. del 7/10/2010 di concessione di diritto di superficie». Nell’atto deliberativo della Calvio (o chi per essa) è specificato: «eliminare la previsione di cui alla lettera e) dell’art. 10 della sopra citata Convenzione facente riferimento alla “decadenza della concessone per mancata realizzazione e cessione al Comune di Orta Nova di opera pubblica dell’importo di euro 500.000,00». La giunta -unico assente Trecca - «accoglie la richiesta». Il Marseglia ha concluso l’affare con la società immobiliare Repros srl con sede a Cernusco sul Naviglio in provincia di Milano. E da questa società a responsabilità limitata direttamente nelle mani della multinazionale tedesca Rewe (Penny Market). In tal modo un suolo comunale su cui poteva sorgere un palazzetto dello sport o un auditorium della musica, un teatro, oppure una struttura sportiva-ricreativa per i giovani, di proprietà pubblica, grazie al solito gioco di prestigio urbanistico da F2 è diventato area per insediamento commerciale, in barba alle normative nazionali, al regolamento regionale ed al piano commerciale locale. Altro che riqualificazione delle periferie urbane e progresso sociale: condizioni stabilite dalla Regione, ma calpestate da chi maneggia a suo piacimento il potere locale. La sindachessa Calvio (di professione avvocato come l’assessore Trecca), in autotutela amministrativa avrebbe potuto bloccare l’operazione illecita - come sa chi mastica un minimo di diritto amministrativo - senza alcun danno per le casse municipali. Perché non l’ha fatto? Per caso al ballottaggio è intercorso un “do ut des” con Moscarella? Cosa ha guadagnato la cittadinanza? Chi ha realmente beneficiato di questo affare sulla pelle degli ortesi?
Verità occultata - In ballo ora ci sono 104 milioni di euro in tutta la regione. La deliberazione della Giunta provinciale di Foggia numero 216 del 30 giugno 2011 ha per oggetto il «protocollo d’intesa per la realizzazione di una rete ciclo-pedonale nell’ambito rurale e nella maglia tratturale dei cinque reali siti P.O. FESR 2007-2013. Asse VII. Azione 7.1.1. “Piani Integrati di Sviluppo Urbano di città medio-grandi” e Azione 7.2.1 “Piani Integrati di Sviluppo Territoriale”. Approvazione». Infatti, siccome «la regione Puglia con delibera di Giunta adottata in data 19 aprile 2011. N. 743, ha approvato il bando relativamente all’avviso pubblico per la presentazione delle candidature (…) Che l’Unione dei Comuni “Reali Siti” ha chiesto a questa Amministrazione Provinciale di concorrere alla progettazione definitiva di una rete pedonale e ciclabile che colleghi i Comuni dell’Unione per concorrere all’Avviso pubblico per l’assegnazione delle risorse finanziarie (…) DELIBERA di autorizzare l’Assessore ai Lavori Pubblici, nella persona dell’Avv. Domenico Farina, alla sottoscrizione con l’Unione dei Comuni dei Cinque Reali Siti del protocollo d’Intesa “per la realizzazione di una rete ciclo-pedonale nell’ambito rurale e nella maglia tratturale dei Cinque Reali Siti”». La Giunta regionale ha stabilito inderogabilmente «che i termini per l’istanza di candidatura previsti all’art. 8 dell’Avviso pubblico, approvato con la DGR n. 743 del 19/04/2011, rimangono fissati alle ore 12 del quarantacinquesimo giorno a far data dalla pubblicazione sul BURP n. 61 del 22/04/2011». Il limite temporale di presentazione del piano di interventi di rigenerazione territoriale scadeva il 6 giugno 2011, in base alla delibera di giunta regionale numero 793 del 2011. Con ulteriore atto deliberativo regionale numero 1175 (24 maggio 2011), il termine è stato prorogato al 6 luglio 2011 (ore 12).
Programmazione al palo - Le delibere di consiglio comunale 23 (4 luglio 2011) e 24 (5 luglio 2011) presentano il medesimo oggetto, ovvero: «Adesione dell’avviso pubblico P.O. Fesr 2007-2013- asse VII azione 7.21.1 “Piani Integrati di sviluppo territoriale”. Partecipazione del Comune di Orta Nova quale aderente all’unione. Approvazione del documento programmatico preliminare di rigenerazione urbana e territoriale». Tali atti amministrativi riportano gravi imprecisioni, nonché lacune incredibili: a quanto pare i consiglieri comunali non hanno avuto per tempo la documentazione. Infatti nel corpo deliberativo numero 23 figura la vice segretaria comunale - crocevia e punto di snodo impunito di numerosi affari pubblici con profitti privati - ed è scritto che «La dott.ssa Maria Di Meo prima di verbalizzare la votazione sulla proposta di deliberazione, fa presente che la relativa documentazione non risultava depositata agli atti dell’ufficio segreteria in tempo utile secondo quanto previsto dal vigente Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale; pertanto tale vizio di procedimento potrebbe essere sanato con la relazione dell’Arch. Salatto, incaricato di redigere il documento programmatico, e con l’intervento dell’a.. Leonardo Trecca». Alcuni consiglieri comunali dell’opposizione sulla mera carta, mugugnano, si lamentano, si turano il naso ed approvano ad unanimità senza conoscere i contenuti. Questi campioni della trasparenza al contrario, come hanno fatto a redigere in una notte i previsti e indispensabili requisiti di ammissibilità per la candidatura alla procedura negoziata per l’Azione 7.2.1 che prevedono secondo l’atto deliberativo della Giunta regionale numero 743 (19 aprile 2011) e D.G.R. n. 793 (28 aprile 2011)? Perché come al solito, non è stata coinvolta la popolazione come prevedono tassativamente le norme comunitarie e la pianificazione regionale? Sarebbe illuminante esaminare i seguenti documenti: i Piani integrati di sviluppo territoriale, il Quadro di coerenza strategica, il Quadro di coerenza con i processi partecipativi, gli Elaborati progettuali vari, l’Attestazione di conformità alla pianificazione urbanistica, il Cronoprogramma di progettazione, nonché la Progettazione definitiva ed esecutiva. I consiglieri comunali risultano a digiuno della materia fatta ingurgitare in tutta fretta. Ecco infatti cosa blatera il confuso Moscarella: «il quale dà lettura di uno stralcio del documento programmatico, ove sono illustrati tutti gli interventi progettuali previsti nel P.I.R.P. e nelle schede relative all’Area Vasta. La programmazione richiamata è utile per ricordare le considerazioni non corrette fatte durante la campagna elettorale; chiede inoltre, di conoscere, l’importo del finanziamento destinato al comune di Orta Nova». Nella delibera di Consiglio numero 24 «Replica, il Consigliere Lorenzo Annese, il quale nel dichiarare il proprio voto favorevole, evidenzia che le dichiarazioni del Consigliere Moscarella sono fuorvianti, poiché il riferimento ai progetti inseriti nel P.I.R.P., non è attinente col documento programmatico di cui si sta discutendo». Ed è illuminante la lettura, a tale proposito della delibera di giunta comunale sfornata dalla sindachessa Calvio numero 109, esattamente il 4 luglio 2011,avente ad oggetto: “nomina sostituto ing. Giovanni Battista Vece assente per malattia dal 4/7/2011 e per i 15 gg”. A curare direttamente l’affare prestato dal sindaco di Carapelle, Alfonso Palomba (Pd) , già rinviato a giudizio per voto di scambio, ed amico della Calvio, il geometra comunale del suddetto comune, Mazzilli Nicola. La prestazione extra è costata all’ignaro cittadino ortese ben 1000 euro. Cosa ha prodotto in concreto?
Confusione alimentata ad arte. Di chi è la regia? In sintesi: il famigerato piano di riqualificazione delle periferie urbane, in realtà non c’azzecca niente con il “piano integrato di sviluppo territoriale”. Allora perché l’amministrazione Calvio per bocca e scrittura dell’assessore Trecca confonde le carte, assimilando una pista ciclabile che avrebbe dovuto realizzare Marseglia Antonio in base ad un precedente bando di concorso con un altro programma? Vanno in onda i dilettanti allo sbaraglio? O più semplicemente, emergono appena si sfiora la superficie i fili nascosti, le reti invisibili con annesso corollario di affari sotto banco? Perché si confondono - a meno di essere idioti telecomandati - due opere pubbliche assolutamente differenti? Perché i nostri dipendenti comunali vogliono darcela a bere? Perché la “prima cittadina” evita il confronto pubblico argomentativo? Il buon governo è quello che evita le furbizie e dialoga direttamente con la popolazione. La programmazione urbanistica prevede il coinvolgimento diretto di cittadine e cittadini, non proclami populisti e demagogici, sfornati sistematicamente dall’amministrazione Calvio. A proposito: perché la pubblica amministrazione sulle ali del “vento nuovo” non pubblica come richiede la legge regionale sulla trasparenza atti e documenti imbarazzanti? Domande non concordate: i 5 reali siti sono il feudo dell’assessore regionale Elena Gentile e del capogruppo Pd in provincia di Foggia, tale Francesco Paolo Campo (artefice dell’inceneritore fuorilegge Marcegaglia in veste di sindaco)? Per caso la sindachessa prende ordini da qualcuno?
La fabbrica del falso - Nella teoria dell’argomentazione si chiama “avvelenamento del pozzo” la procedura di delegittimazione che investe tutto ciò che una persona afferma. E’ solo una delle tante forme di fallacia, ossia di mossa argomentativa corretta in apparenza, che occulta quasi ad arte la propria erroneità logica, allo scopo di ingannare l’opinione pubblica. Di fallacie abbondano i politicanti di Orta Nova. Allora, è fondamentale acquisire consapevolezza delle molteplici trame illogiche che governano il dibattitto pubblico: uno spazio saturato spesso da argomenti pretestuosi che procedono per contaminazione ed avvelenamento sistematici della verità. Ma c’è una via d’uscita: ascoltare con attenzione critica le argomentazioni dei manipolatori a buon mercato dell’opinione pubblica. Il solco è quello tracciato dall’antico precetto di ispirazione socratica: “insegnate ai cittadini ad argomentare bene, a seguire la dialettica dei concetti, e prevarranno i migliori”.
Via d’uscita - “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda” scriveva Italo Calvino nel saggio Le città invisibili.
Il progresso di una comunità non si misura dai metri cubi di cemento o magari, dai soldi pubblici che piovono in loco, ma svaniscono nel nulla senza produrre i benefici effetti sociali a pretesto dell’elargizione in ambito locale, bensì dal rispetto della legalità e dalla cura dell’ambiente e dall’attenzione concreta verso i bambini. Allora, bisogna scegliere tra uno sviluppo privatistico che saccheggia i beni collettivi, dilapida i quattrini della collettività ed inquina la natura, al quale corrisponde l’idea che la politica sia il coordinamento tra gli interessi imprenditoriali e finanziari, oppure una soluzione diversa, per la quale il metro di misura sia il bene comune.
Il valore della cultura umanistica non è produrre denaro, ma cittadine e cittadini liberi, attivi, curiosi, critici e reciprocamente rispettosi. Di certo, non ebeti che ingurgitano qualsiasi panzana piovuta dall’alto. Per dirla con l’indimenticato Enzo Biagi: «Alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anziché di chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti».