mercoledì

VOLARE... lettera aperta agli Ortesi

di Gilan

Orta Nova agli occhi esterni è un agglomerato urbano privo di una classe dirigente all’altezza dei tempi, che i rifiuti li ricicla soltanto in politica.
Al bando l’etica, il rispetto, l’ascolto. “Apri i blog e trovi la solita compagnia di giro, rigorosamente anonima” raccontano amici, e collaboratori. Ad averci tempo: sovente ci si imbatte in sordide lotte di potere ai più bassi  livelli, vaneggiamenti psicopatici, gossip e letame a palate. Il territorio è  in agonia (in termini materiali e morali, ma alcuni “internauti locali” – per  fortuna non tanti – distraggono l’attenzione dai problemi reali, soprattutto  dalle responsabilità oggettive dell’innominabile ras, al potere quasi  ininterrottamente – anche per incapacità politica altrui – dal 1994.
Prevalgono, gelosie, invidie, egoismi sordidi e lontani rancori. Qualcuno  abbozza ogni tanto analisi interessanti, ma senza sviluppo. All’orizzonte non  si profila ancora un progetto, almeno uno, magari reale, innovativo, concreto,  soprattutto improntato all’altruismo che dia benessere a tutti. E’ un gioco spasmodico a prevalere sugli altri pur di troneggiare nel palazzo di città.
Anzi, una caccia al voto e basta. Dopo le elezioni, come al solito i politicanti più o meno improvvisati e i tenutari di clientele svaniranno come  al sole. Tutt’al più: vanno in scena improvvisazioni ridicole. Prevale il caos.  Altro che comunità. Comunque, non sono avvezzo a nascondermi: non a caso ho rilasciato un’intervista a Francesco Gasbarro. Ho detto “niet” ai giornali e ad altri mass media, ma ho dato fiducia a una ragazzo. Era solo un preambolo. Cos’ altro aggiungere senza volere scatenare inutili e tediose polemiche? Sono un  uomo libero, non tramo nell’ombra: lavoro in trasparenza. Qui ho piantato  radici. Mi espongo in prima persona, a differenza di qualche solone di mezza  tacca. Domanda banale: ho sottratto qualcosa agli ortesi? Ho ingannato qualcuno? Ho distrutto il Paese? Mi sono appropriato di denaro pubblico? O anche solo privato? Ho realizzato speculazioni edilizie su suoli comunali? Ho  accumulato debiti milionari per conto del Comune? Ho concesso via libera alla  discarica per rifiuti pericolosi dei Bonassisa vendendomi all’Agecos spa? Ho promulgato la delibera 525 sulla discarica? Ho mandato a quel paese qualche  giornalista critico? Ho autorizzato l’installazione di antenne pericolose nel centro urbano per ricavare profitti economici a scapito della salute collettiva? Ho fatto la cresta sugli aiuti economici agli anziani e a chi langue nella povertà materiale? Spaccio droga agli angoli delle strade? Derubo chi mi capita a tiro? Ho forse stuprato il territorio? Ho chiuso le scuole d’ infanzia? Sto costruendo un asilo nido proprio sotto un’antenna telecom? O forse sono il responsabile occulto delle gelate? Mi sono appropriato di suoli  comunali? Ho costruito palazzi abusivi? Ho ricoperto in loco cariche pubbliche  favorendo i miei parenti o conoscenti? Ho indetto appalti pubblici truccando le  gare per favorire sempre i soliti? Con la mia disattenzione sono il  responsabile morale del crollo di un’ala della scuola media Pertini? Ho ottenuto dalla regione Puglia due milioni di euro per mettere in sicurezza le  scuole pubbliche di Orta Nova? Ho aggredito con una telecamera il sindaco  perché mi aveva rivolto due domande imbarazzanti? Ho impiantato torri eoliche e impianti fotovoltaici sradicando mirabili vigneti? Ho messo al bando per caso qualche cittadino con manifesti pubblici a spese dei contribuenti? Ho puntato più volte una pistola alla tempia di qualcuno per intimargli di andare via? Ho fondato qualche associazione culturale con finalità nebulose? Ho pugnalato alle spalle gli “amici”? Ebbene: se sono responsabile anche di uno solo di questi  accadimenti, non sono degno di partecipare a questa competizione elettorale. “A  Cesare quel che è di Cesare”, anche se le nostre vedute in linea di massima divergono. Almeno pubblicamente, solo una persona, nel 2009 mi ha espresso solidarietà: Gianluca di Giovine. Grazie! Punto e a capo. A proposito di Sel.

Colgo l’occasione per raccontarvi qualcosa. Conosco Vendola personalmente e, da lungo tempo. Dal 1996 al 2000 abbiamo scritto per il medesimo quotidiano, ossia  Liberazione (sotto la direzione del mitico Sandro Curzi). Tre anni fa ho rotto con lui, proprio quando la lotta contro la discarica era agli esordi. Lo chiamai al telefono invitandolo ad intervenire in qualità di governatore. Aveva ed ha il potere. Eppure mi disse che “ormai non c’era più nulla da fare”. In quei giorni Nichi aveva una sfilata di abiti da sposa da visionare e Vladimir  Luxuria da assecondare. Altro che 5 Reali Siti. Dopo i tre attentati, tuttavia, la solidarietà di Nichi, almeno cartacea, non è mancata. Infatti il 14 dicembre  2009, nel corso di una conferenza stampa a Bari, presso la sede regionale dell’ Ordine dei Giornalisti pugliesi, alla presenza di Roberto Natale (presidente  Fnsi) e di Alberto Spampinato (fratello di Giovanni, assassinato dalla mafia in  Sicilia), Vendola attraverso un comunicato stampa ha scritto: «…Un saluto particolare a Gianni Lannes, collega vittima di aggressioni e intimidazioni,  per via delle sue dettagliate e precise inchieste su crimini e malaffari in Capitanata. La sua vicenda, simbolo di un giornalismo d’inchiesta oggi più che mai sottoposto a minacce e ritorsioni … richiede un’attenzione particolare da parte dell’opinione pubblica sui rischi e pericoli che incombono sulla categoria». In una terra apparentemente senza prospettive di mutamento e sempre al rimorchio degli eventi, che continua a produrre esclusivamente emigranti, i  giovani sopravvivono consumando nel vuoto i giorni e l’intelligenza. Così sebbene sia assente nel nostro Paese, la pena di morte vige legale e inesorabile la morte per pena. Perché accettare questo destino ineluttabile?
Orta Nova va alla deriva in silenzio, con rassegnazione, senso dolente di  emarginazione, disagio, anche rabbia. Eppure, il nemico è tutto interno: un  solido intreccio, un potentato onnipervadente che controlla vita sociale o la  condiziona. Basta…

La luce esiste, non esiste il buio. I giovani hanno diritto al futuro.
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