martedì

TESTA ALTA!

intervista di Francesco Gasbarro

Sono le parole più attese quelle che Gianni Lannes proferisce nell’intervista che segue. L’agone politico ortese già affollato, in vista delle elezioni, sembra, secondo le sue parole, potersi arricchire di un’ulteriore compagine fuori delle più strambe previsioni. Nella sua intervista, il freelance quarantacinquenne da giornalismo d’assalto, tratteggia la situazione ortese con pennellate tutt’altro che morbide e alla fine ci regala uno scoop di quelli che  fanno discutere e che cambiano sicuramente le strategie politiche in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.

Quali potrebbero essere i presupposti per una buona governabilità nella città di Orta Nova durante il post-Moscarella eventuale (ma non scontato)? Ritiene che sia ora di cambiare aria?

«Il primo passo è di natura etica: legalità e rispetto dell’altro. E’ scoccata  l’ora di arrestare la dittatura moscarelliana che ha devastato per tre lustri le coscienze e il territorio ortese, impoverendolo inesorabilmente. Ovviamente  non basta essere contro qualcuno (Moscarella) o il moscarellismo. Quantomeno occorrono: amore per la vita, idee sane, comunità di intenti e di persone, volontà di progredire collettivamente; in particolare: capacità di realizzare il bene comune e non il proprio tornaconto. Prima emergenza da affrontare è quella relativa al lavoro inesistente o supersfruttato. E’ il brodo di coltura dell’illegalità dilagante che non si risolve con la repressione poliziesca, ma a partire da adeguate risposte sociali, economiche e pedagogiche. Ambiente e lavoro: l’incontro virtuoso tra i due grandi sfruttati. Bonifica e risanamento territoriale. Concretezza: un’agricoltura di qualità biologica (marchi di riconoscibilità, consorzi di produzione, capacità di trasformazione dei prodotti di filiera corta in loco, investimenti e finanziamenti europei). Buon governo è quello che evita le furbizie, lavora in maniera cristallina al servizio della collettività. “Kalòs kagathòs” asserivano gli antichi greci: bello e buono. Alla banalità e all’ignoranza crassa del male bisogna contrapporre la bellezza del bene. E’ una bellezza insita nella moralità e nell’impegno disinteressato. Contano l’entusiasmo dei giovani, la memoria degli anziani e la passione dell’età di mezzo. Riconoscere ad ogni individuo il suo  autentico valore. Per dirla alla John Lennon:
“Da soli un sogno, insieme una realtà”».

Come inquadra i nemici politici dell’attuale sindaco, che si affollano nella  corsa alla fascia tricolore? Ci sono vere alternative o solo accozzaglie  informi di movimenti e partiti?Cosa pensa del Pd ortese, del toto candidato che si sta verificando al suo interno? Che dire della “triplice alleanza” Fli,  Prometeo e di Libera Idea? Può essere intesa come la vera espressione della sofferenza cittadina, causata da una politica troppo lontana, troppo radical  chic e alienata dai problemi della vita quotidiana?

«Ritengo che i cittadini di Orta Nova debbano far attenzione ai furbi, ai  voltagabbana, ai traditori (ne ho conosciuti in zona): alcuni portano una  maschera e banchettano con l’attuale sindaco. Altri agitano la grancassa  ambiziosamente, mentre pochi sono candidi e in buona fede. Per ciò che riguarda  il PD, che da sempre si dichiara “l’alternativa” per eccellenza, alcuni  comportamenti mi lasciano sconcertato: come si fa ad invitare ad Orta Nova  Franco Parisi, in quota PD (ex vice presidente dell’amministrazione provinciale  di centro sinistra) che ha varato la famigerata delibera sulla discarica Bonassisa? E addirittura Paolo Campo (ex sindaco di Manfredonia) che ha autorizzato illegalmente con Fitto e poi con Vendola l’inceneritore Marcegaglia, ad un tiro di schioppo dai nostri polmoni? La base è sana, ma i vertici andrebbero prepensionati. In merito alla “nuova allenza” non ho ancora  criteri per esprimere un giudizio. Può bastare una notte bianca come  lasciapassare? Non credo. Libera Idea e Fli? Non pervenuti».

Da quest’analisi, può fare pronostici sui risultati elettorali? Per non  scadere nel banale non le chiedo di fare nomi, in quanto riconosco che lei non  è l’oracolo di Delphi. Le chiedo se vincerà, questa volta, la verità sulla menzogna, qualunque essa sia, il bene sul male, seppur non esiste oggettività  in questo discorso. Le chiedo se c’è ancora spazio per insperate speranze, se  ci sono margini di miglioramento percorribili.

«Non possiedo la sfera di cristallo, eppure due feudatari si fregiano già di una vittoria in tasca. Bontà loro: non è il caso di sostituire un padrone con  un altro. Qualcuno aveva preparato la solita gara truccata. Scendo nell’agone  anche per scongiurare questo pericolo, anche se nessuno dei contendenti ha il coraggio di misurarsi ad armi pari, ovvero una lista e solo una contro l’altra. 
Chi opera altrimenti inganna l’elettorato. Sarà una campagna elettorale in salita per tutti. Mi auguro che non si scateni la solita guerra tra poveracci a base di pettegolezzi e letame. Spero che gli affamati e gli arrivisti non si vendano per soldi, promesse o ricatti. La differenza si misurerà sui programmi, ovviamente per chi è in grado concepirli ed integrarli con le istanze del paese. Comunque chi ha diritto al voto non è fesso e va realmente rispettato.
Ripeto: il municipio è la casa di tutti; gli amministratori pubblici sono dipendenti della comunità. Se Orta Nova perde questa possibilità di riscatto correrà sempre più verso l’autodistruzione, la miseria, l’inferno in terra».

Ci siamo ormai addentrati nella sfera squisitamente personale, perciò le  chiedo: se potesse ipostatizzare il concetto che ha lei di “società civile”  come sarebbe la città di Orta Nova? Si immagini come un artista che dipinge le sue tele e dipinga la sua utopia di Orta Nova, ammesso che sia solo un’utopia.
Quando Gianni Lannes potrà dirsi soddisfatto?


«Un eden dove contano i valori etici: essere e non apparire (o avere). Una  comunità giusta e solidale dove sia privilegiata l’azione educativa verso i  bambini: la futura generazione. Una città rigogliosa di vegetazione arborea (un  albero messo a dimora per ogni pargolo). Un luogo dove le future generazioni  smettano di sopravvivere consumando nel vuoto i giorni e l’intelligenza. Un borgo dove i vecchi non siano abbandonati al dolore. Un habitat ripulito dall’ inquinamento dove l’assistenza sanitaria gratuita è il fiore all’occhiello. Un  territorio dove l’agricoltura dia i frutti migliori e a ciascuno sia assicurato un reddito sicuro. Un paese dove non ci sia più sfruttamento verso l’essere umano. Orta Nova: dove nessuno è straniero. Il mio obiettivo è unire sulle cose  fondamentali, anziché dividere sulle strumentali. Insieme possiamo piantare un  seme importante. Insieme possiamo mutare le cose. Insieme possiamo disintegrare  la rassegnazione. Potare una vigna con armonia, nitore, eleganza è una cosa  bella. Le nostre straordinarie risorse sono storia, natura e capitale umano.
Ergo: imparare a valorizzare le risorse naturali e puntare sulle intelligenze.  Possiamo fare qualcosa? Ho il dovere di sperarlo e di essere contagioso. A questo serve la cultura. L’unico modo di combattere la paura di tanti è  costruire speranze per tutti».

Ultima domanda: Gianni Lannes cosa rappresenta oggi e cosa può rappresentare domani per Orta Nova?

«Una concreta possibilità di mutamento positivo, di crescita reale, di sviluppo eco-solidale. Ho già dato prova di concretezza e di altruismo anche  nel Basso Tavoliere. Dinanzi al degrado morale e ambientale, all’imbarbarimento dilagante non mi tiro indietro. Non mi sono organizzato per tempo o furbescamente come altri con doppie e triple liste che si accordano sottobanco o nei cespugli. Prova ne sia che non ho ancora un gruppo completo di candidati al buon governo, poiché li soppeso uno per uno. Donne e uomini ortesi di buona volontà, mi hanno chiesto insistentemente di scendere in campo. Aveva già rifiutato alle politiche, alle europee, alle provinciali, ed infine alle regionali quando Leoluca Orlando è giunto ad Orta Nova (domenica 9 novembre 2009 in piazza Nenni) per mostrarmi concretamente solidarietà a seguito di ben  tre attentati, e richiedermi una candidatura sicura. Come è noto avevo opposto un no secco. Ora posso dire che scenderò in campo con una vera lista civica.
Sono un uomo libero: non ho padroni, né padrini, né tantomeno sponsor. Non sono in vendita o eterodiretto. Allo schifo, tuttavia, c’è un limite: non sono un  passivo testimone. Non ho una ricetta pronta: non sono un mago e non ho  promesse da imbonitore. Ho un sogno nel cassetto al quale donare un paio di ali: progresso, benessere e ricchezza per tutti. Vorrei in primo luogo  restituire Orta Nova agli ortesi (prevalentemente persone per bene – a parte una sparuta schiera di faziosi e corrotti – ma forse in alcuni casi, eccessivamente timorose). Come nella lotta alla discarica contro i Bonassisa..
L’alternativa ora c’è: su la testa».